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L'Italia è libera dai costi di ricarica

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    00 02/02/2007 14:43
    Entro i prossimi 30 giorni cambierà la "vita" degli utenti di schede prepagate di telefonia mobile, che finalmente potranno acquistare schede senza pagare altro se non il traffico telefonico. È stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale ieri, ed entra quindi in vigore oggi, il Decreto che prevede la cancellazione degli oneri aggiuntivi.

    Quel decreto, che ha suscitato enorme interesse e che è l'effetto più vistoso della enorme mobilitazione online, prevede che gli operatori adeguino le proprie offerte alle nuove disposizioni entro i prossimi 30 giorni.

    Aboliamoli.eu, promotore della mobilitazione, consiglia gli utenti: "aspettate a ricaricare, ormai manca poco!".

    Qui sotto di seguito il testo del Decreto:

    "IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
    Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; Visto l'articolo 117 della Costituzione ed in particolare il comma secondo, lettere e), l) e m); Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di rimuovere ostacoli allo sviluppo economico e di adottare misure a garanzia dei diritti dei consumatori; Ritenuta, altresì, la straordinaria necessità ed urgenza di intervenire per rendere più concorrenziali gli assetti del mercato e favorire la crescita della competitività del sistema produttivo nazionale, assicurando il rispetto dei principi comunitari; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 25 gennaio 2007; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dello sviluppo economico, del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro della pubblica istruzione e del Ministro per le politiche europee, di concerto con i Ministri per gli affari regionali e le autonomie locali, dei trasporti, per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, delle comunicazioni, delle infrastrutture, dell'economia e delle finanze e delle politiche agricole alimentari e forestali;

    EMANA il seguente decreto-legge:

    Art. 1.
    Ricarica nei servizi di telefonia mobile, trasparenza e libertà di recesso dai contratti con operatori telefonici, televisivi e di servizi internet

    1. Al fine di favorire la concorrenza e la trasparenza delle tariffe, di garantire ai consumatori finali un adeguato livello di conoscenza sugli effettivi costi del servizio, nonchè di facilitare il confronto tra le offerte presenti sul mercato, è vietata, da parte degli operatori della telefonia mobile, l'applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate, anche via bancomat o in forma telematica, aggiuntivi rispetto al costo del traffico telefonico richiesto, nonchè la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico acquistato. Ogni eventuale clausola difforme è nulla ai sensi dell'articolo 1418 del codice civile. Gli operatori adeguano la propria offerta commerciale alle predette disposizioni entro il termine di trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

    2. L'offerta delle tariffe dei differenti operatori della telefonia deve evidenziare tutte le voci che compongono l'effettivo costo del traffico telefonico, al fine di consentire ai singoli consumatori un adeguato confronto.

    3. I contratti per adesione stipulati con operatori di telefonia e di reti televisive e di comunicazione elettronica, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, devono prevedere la facoltà del contraente di recedere dal contratto o di trasferirlo presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati da esigenze tecniche e senza spese non giustificate da costi dell'operatore e non possono imporre un obbligo di preavviso superiore a trenta giorni. Le clausole difformi sono nulle, fatta salva la facoltà degli operatori di adeguare alle disposizioni del presente articolo i rapporti contrattuali già stipulati alla data di entrata in vigore del presente decreto entro i successivi sessanta giorni.

    4. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni stabilisce le modalità attuative delle disposizioni di cui al comma 2 e applica le relative sanzioni".

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    Giuly1987
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    00 02/02/2007 15:18
    Evvai, sono troppo felice, allora aspetto a ricaricarmi, ke mi frega se per marzo sicuro nn se li pigliano i soldi da sopra aspetto, non perchè sia avara, ma xkè cn ttt i soldi ke gli ho dato ora hanno tutti una villa al mare ed il più povero ce l'avrà in Sardegna.....!!!!

    Speriamo solo che non aumentino il costo dei mess e delle chiamate x rifarsi cmq dei soldi ke gli vengono finalmente tolti!!!


    Giulia^_^





    Tutto è magico nella misura in cui lo vogliamo...

    Credi alla forza dei tuoi sogni e loro diventeranno realtà...



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    00 12/02/2007 13:44
    Costi di ricarica, si precipita verso il rinvio
    Si parla di rinvio dei termini dell'entrata in vigore del provvedimento che abolisce il balzello sulle ricariche e la scadenza del credito prepagato. I consumatori insorgono e accusano: sarebbe una truffa insopportabile

    Come era prevedibile, si sta sollevando una bufera intorno ad un possibile rinvio del termine previsto dal pacchetto Bersani per l'abolizione dei costi di ricarica. Gli operatori, infatti, potrebbero beneficiare di una moratoria.
    Il decreto legge che vieta "l'applicazione di costi fissi e di contributi per la ricarica di carte prepagate (...) nonché la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico acquistato" stabilisce: "Gli operatori adeguano la propria offerta commerciale alle predette disposizioni entro il termine di trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto". Nulla vieterebbe, quindi, un adeguamento da parte degli operatori anche prima di tale termine, ma ciò che conta è la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che è avvenuta il giorno 1 febbraio: ne consegue che i 30 giorni scadono il 3 marzo ed è pertanto entro tale data che le offerte di ogni compagnia telefonica dovrebbero essere libere da costi di ricarica e scadenze di validità delle SIM.

    Il condizionale è diventato d'obbligo in seguito alle voci che circolano da alcuni giorni: si parla di uno slittamento della scadenza, che potrebbe essere di 15 giorni, ma anche - come riferisce La Stampa - addirittura di quattro mesi, una variazione che implica l'adozione di un emendamento alla norma a cui starebbero lavorando alcuni esponenti della maggioranza. La variazione sarebbe motivata da difficoltà tecniche, evidenziate dagli operatori, nell'adeguamento dell'offerta e tra i motivi addotti dalle compagnie c'è la possibile presenza nella rete commerciale di carte prepagate tarate col vecchio meccanismo.

    Contro un rinvio si esprime Adusbef, che sull'eventualità dello slittamento delle scadenze afferma "Sarebbe un vero e proprio misfatto". "Le compagnie telefoniche devono adeguarsi al Decreto Bersani e devono farlo subito - afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi - nessun rinvio deve essere loro concesso, poiché anche una sola settimana di slittamento comporterebbe un ingente danno economico agli utenti, per anni sottoposti a questo odioso balzello. In caso di rinvio - conclude Rienzi - gli unici a rimetterci sarebbero i consumatori, a tutto vantaggio dei già ricchi gestori telefonici". Anche Beppe Grillo interviene sulla faccenda del rinvio in un post dove si parla di "ministri in ostaggio" e si vorrebbe sapere chi li tiene in ostaggio ("Chi regala un semestre bianco alle compagnie telefoniche spostando i tempi dell'abolizione dei costi di ricarica?").

    Sulle stesse corde l'onorevole Raiti (Italia dei Valori): "È inammissibile - dichiara - che si debba pensare prima agli operatori del settore e in secondo ordine ai cittadini. Anche solo l'idea è paradossale: che difficoltà tecniche siano causa di un rinvio. Sarebbe un grave errore posticipare l'entrata in vigore della misura che, all'interno del decreto Bersani, prevede l'abolizione dei costi di ricarica dei telefoni cellulari. I tempi sono più che maturi per eliminare un orpello medievale qual è l'assurda tassa in discussione, che danneggia tutti i cittadini, penalizzando ancora di più quelli con credito medio-basso. Credo si debba fare in modo che gli operatori adeguino i meccanismi al più presto - considera il deputato - Le loro difficoltà tecniche non possono essere messe davanti alle esigenze di chi ha già pagato fin troppo per un'anomalia tutta italiana".

    L'on. Raiti pronuncia le stesse parole che Andrea D'Ambra aveva utilizzato lo scorso anno nel lancio della petizione contro i costi di ricarica. D'Ambra, oggi presidente dell'associazione Generazione Attiva commenta così le voci sulla possibilità di un emendamento: "L'eventuale rinvio dell'abolizione dei costi di ricarica sarebbe un abuso non tollerabile, gli operatori di telefonia mobile stanno oltrepassando il limite della decenza. Speriamo restino solo voci, se così non fosse saremo pronti ad usare ogni mezzo legale per far si che questo gioco sporco finisca. L'abolizione dei costi di ricarica - considera D'Ambra - è entrata nel pacchetto sulle liberalizzazioni per pura strumentalizzazione. Se avessero lasciato intervenire l'Agcom, a quest'ora l'obiettivo sarebbe raggiunto".

    Il presidente dell'Authority Corrado Calabrò, a fine gennaio, aveva infatti dichiarato di aver avviato un procedimento che sarebbe dovuto sfociare in un provvedimento regolatorio entro metà febbraio. La soluzione era preferita da molti, in quanto il decreto legge - che ha il vantaggio dell'efficacia immediata - ha un intrinseco carattere di provvisorietà, dal momento che ha una validità limitata nel tempo e la sua mancata conversione in legge entro 60 giorni dalla sua promulgazione lo fa decadere automaticamente, insieme agli effetti prodotti dalla sua entrata in vigore.

    Restano per il momento avvolti nel mistero i nomi dei parlamentari che nella commissione attività produttive della Camera si sarebbero detti disposti ad un rinvio. In ogni caso, il termine per la presentazione delle proposte di modifica cade alle ore 12 di domani, martedì. Il mistero, per allora, potrebbe essere svelato.

    Dario Bonacina

    fonte


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    00 13/02/2007 11:46
    Quali difficoltà sui costi di ricarica?
    Fonte -- Lo chiede Anti Digital Divide, considerando le implicazioni tecniche conseguenti alla loro abolizione

    Roma - L'ipotesi di un rinvio dei termini per l'abolizione dei costi di ricarica stabilita dal pacchetto Bersani ha provocato reazioni contrastanti e sollevato una bufera. Sulle difficoltà tecniche, lamentate dagli operatori mobili e addotte come motivo dell'eventuale rinvio, interviene l'associazione Anti Digital Divide, che considera tali motivazioni delle semplici scuse.
    "Sembra che alcuni parlamentari della Commissione Attività Produttive della Camera - rileva ADD in un comunicato - vogliano far slittare il termine che sancisce la fine dei costi per le ricariche. Si parla addirittura di un rinvio di 4 mesi. Il motivo del rinvio sarebbe dovuto a non meglio precisate difficoltà tecniche degli operatori mobili. Più precisamente sembra che le carte prepagate tarate col vecchio meccanismo, potrebbero essere ancora in circolazione dopo il 3 marzo. Anti Digital Divide ritiene che questa sia solo una scusa, inventata per rimandare la fine dei costi di ricarica. È infatti impensabile che compagnie che offrono servizi integrati di ultima generazione, come connessioni a banda larga dal cellulare, TV sul telefonino e addirittura, nel caso Telecom-TIM, riescono a schedare decine di migliaia di persone tra cui politici, autorità garanti e giudici, non riescano ad aggiornare un database".

    "Sulle schede per la ricarica - evidenzia l'associazione - sono presenti sia un codice a barre sia il numero da inserire per effettuare la ricarica, che rendono le schede uniche e identificabili. Quando si inserisce il numero segreto per la ricarica, nel database, nel caso di una scheda da 5 euro, si avrà un operazione del tipo:
    - identificazione ricarica da 5 euro;
    - sottrazione costo di ricarica 1 euro;
    - credito assegnato 4 euro.
    Quindi basterebbe inserire nel programma un paio di righe di codice per eliminare la sottrazione del costo di ricarica, oppure creare una iterazione (if-then), se la ricarica è 5 euro, allora assegna un credito di 5 euro. Non sembra un'operazione tanto complicata, tuttavia gli utenti in segno di 'riconoscenzà alle compagnie, per avergli fatto pagare per 10 anni dei costi ingiustificati, potrebbero aiutare gli operatori mobili a creare il codice per eliminare i costi di ricarica".

    Quanto all'eventuale "ristagno di mercato" che potrebbe comportare, in marzo, la presenza nei punti vendita di schede predisposte per l'addebito dei costi di ricarica, la redazione di Punto Informatico ha ricevuto alcune segnalazioni (presenti anche nei forum) che - se confermate - destituirebbero l'ipotesi di fondamento. Le aziende che si occupano di predisporre le schede prepagate - nonostante gli elevati volumi di produzione - sarebbero infatti costantemente in ritardo con le consegne, per via del pressing esercitato delle reti di vendita, cosa che dimostrerebbe un immediato assorbimento delle schede da parte del mercato, e non il rischio di avere schede invendute.

    Nei prossimi giorni si conosceranno maggiori dettagli sul destino del secondo balzello telefonico più disprezzato dai consumatori italiani.

    Dario Bonacina


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    00 14/02/2007 02:27
    Dal 4 marzo cancellati i costi di ricarica
    Fonte - Dopo il bailamme dei giorni scorsi un raggio di luce arriva da Roma, dove il relatore del provvedimento fuga ogni dubbio: il rinvio dell'azzeramento dell'odioso balzello non ci sarà. Applaude Generazione Attiva

    Roma - No, non ci sarà il paventato rinvio per il provvedimento che azzera i costi di ricarica di telefonia mobile, un provvedimento atteso da lungo tempo e richiesto a gran voce dai consumatori.
    A garantire che dai primi di marzo i costi di ricarica saranno effettivamente cancellati è Andrea Lulli (DS), relatore del decreto legge sulle liberalizzazioni introdotto dal Governo. "La data di entrata in vigore della norma - ha specificato ieri - non si sposta e resta fissata al 5 marzo".

    Lulli nei giorni scorsi aveva indagato sull'intera questione chiedendo anche agli operatori di telefonia mobile di fornire la propria posizione sull'argomento. "Siamo un paese un po' malato - ha dichiarato a questo proposito - avevo chiesto di valutare le controdeduzioni delle aziende, ma le osservazioni che sono arrivate sono irricevibili: non mi hanno convinto". Ciò che invece è accaduto, ha spiegato Lulli, è che "dopo averle valutate mi hanno convinto che l'applicazione della norma nei tempi previsti è possibile oltreché giusta".

    Lulli ha anche voluto sottolineare il contenuto di un proprio emendamento che blinda il decreto: l'entrata in vigore del comma 3 articolo 1 del decreto (quello relativo a telefonia, internet e tv) ha un termine fissato in 60 giorni ma non si applica sulle ricariche: ciò significa che rimane in vigore il termine fissato in origine, ovvero quello che prevede dal prossimo 4 marzo l'abolizione dei costi di ricarica.

    Ad applaudire alle chiarificazioni espresse da Lulli è Generazione Attiva, il movimento dei cittadini e dei consumatori nato sull'onda della petizione con cui non sono solo state raccolte centinaia di migliaia di firme per l'abolizione dei costi di ricarica ma si è riusciti ad innescare un processo, anche in sede europea, che ha portato alla riforma di questi giorni.

    "Accogliamo con soddisfazione la notizia secondo cui non ci sarà alcun rinvio all'abolizione dei costi di ricarica - scrive in una nota Generazione Attiva - I poteri forti delle lobby telefoniche per una volta non hanno vinto! Dal 4 Marzo (e non il 5 come erroneamente riportato da qualcuno) i cittadini italiani non dovranno più pagare alcun costo di ricarica!"

    Secondo Andrea D'Ambra, presidente del movimento, "i deputati di maggioranza della Commissione Attività Produttive hanno dovuto far dietro-front dopo l'iniziale ipotesi ventilata nei giorni scorsi di un rinvio, ipotesi valutata da qualche deputato in seguito alle forti pressioni ricevute dagli operatori telefonici. Abbiamo dimostrato di essere persino più potenti delle grandi multinazionali telefoniche e di riuscire a far sentire in modo forte la nostra voce. I deputati in questi giorni sono stati letteralmente invasi da migliaia di email di protesta degli oltre 800mila firmatari della petizione che non avrebbero in alcun modo tollerato un eventuale rinvio".


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